•IL PROGETTO DI GIUSEPPE TERRAGNI
Terragni con Cattaneo e Lingeri consegnano 15 tavole il 15 ottobre del 1937
Concorso di I grado
La pianta del palazzo è un grande rettangolo aureo; nel gioco delle proporzioni sono coinvolte anche il piazzale antistante e le rampe.
“La sostanza profonda del classico, quella che individua la nostra tradizione plastica e la sua continuità spirituale, e perciò deve legittimamente entrare anche nelle moderne architetture, è, al di fuori di ogni formalismo, nel sapere costantemente organizzare gli spazi e gli elementi espressivi in una disciplina geometrica elementare, che seguendo le leggi matematiche sopravvive alla rovina della materia”.
(estratto dalla Relazione al concorso di 1° grado).
Cattaneo, Lingeri e Terragni rispondono alle istanze di monumentalità espresse dal regime con un volume di una semplicità, purezza, compattezza ed omogeneità elementari. L’elementarismo diventa una delle chiavi della compatibilità tra classicismo e modernità.
“… l’articolazione del volume di fonda su una formula tettonica ben definita: la pilastrata …. all’italiana ... Si tratta di una griglia regolare di pilastri e travi che, da un lato, assume il carattere strutturale del telaio in cemento armato o in acciaio, e in ciò consiste il suo tasso di modernità; dall’altro però …. è prospettata come nuova edizione del sistema trabeato, elemento caratterizzante del classicismo mediterraneo…. La pilastrata … al gruppo comasco appare suscettibile di essere strategicamente sviluppata e originalmente rielaborata per rispondere anche alle esigenze dell’autarchia”.
(S.Poretti – T.Iori, “I progetti romani e l’autarchia”, in: Pietro Lingeri 1864-1968, 2005).
Terragni con Cattaneo e Lingeri consegnano 15 tavole il 15 ottobre del 1937
Concorso di I grado
La pianta del palazzo è un grande rettangolo aureo; nel gioco delle proporzioni sono coinvolte anche il piazzale antistante e le rampe.
“La sostanza profonda del classico, quella che individua la nostra tradizione plastica e la sua continuità spirituale, e perciò deve legittimamente entrare anche nelle moderne architetture, è, al di fuori di ogni formalismo, nel sapere costantemente organizzare gli spazi e gli elementi espressivi in una disciplina geometrica elementare, che seguendo le leggi matematiche sopravvive alla rovina della materia”.
(estratto dalla Relazione al concorso di 1° grado).
Cattaneo, Lingeri e Terragni rispondono alle istanze di monumentalità espresse dal regime con un volume di una semplicità, purezza, compattezza ed omogeneità elementari. L’elementarismo diventa una delle chiavi della compatibilità tra classicismo e modernità.
“… l’articolazione del volume di fonda su una formula tettonica ben definita: la pilastrata …. all’italiana ... Si tratta di una griglia regolare di pilastri e travi che, da un lato, assume il carattere strutturale del telaio in cemento armato o in acciaio, e in ciò consiste il suo tasso di modernità; dall’altro però …. è prospettata come nuova edizione del sistema trabeato, elemento caratterizzante del classicismo mediterraneo…. La pilastrata … al gruppo comasco appare suscettibile di essere strategicamente sviluppata e originalmente rielaborata per rispondere anche alle esigenze dell’autarchia”.
(S.Poretti – T.Iori, “I progetti romani e l’autarchia”, in: Pietro Lingeri 1864-1968, 2005).
Concorso di II grado
Il concorso di II grado viene espletato tra il novembre 1937 e il febbraio 1938. Proprio l’argomento della pilastrata è oggetto delle principali modifiche nel progetto di II grado: due modifiche efficaci per aumentare vistosamente il “grado autarchico” dell’edificio. Si rinuncia alle grandi luci di circa 10 metri della maglia strutturale per adottare il ritmo alternato “abab” per evitare che le luci superino i 6 metri.
“Ma la vera trovata … su cui il gruppo insiste … viene dallo sviluppo della soluzione del pilastro binato. La scomposizione di ciascuno dei pilastri in due elementi …. viene adesso portata avanti arrivando ad ipotizzare due pilastri di materiali diversi, staccati: un monolite di granito…. e, distanziato di appena 10 centimetri, un pilastrino di cemento poco armato… Si tratta … di una strategica combinazione tra sistema architravato e sistema intelaiato”.
(S.Poretti – T.Iori, opera citata).
Ciò che manca alla proposta di Cattaneo, Lingeri e Terragni è l’intento di celebrare in modo grandioso il legame tra fascismo e romanità:
il nuovo stile littorio imposto dal regime si scontra inevitabilmente con l’ennesima proposta per una moderna architettura di Stato determinando l’insuccesso del gruppo comasco.
Il concorso di II grado viene espletato tra il novembre 1937 e il febbraio 1938. Proprio l’argomento della pilastrata è oggetto delle principali modifiche nel progetto di II grado: due modifiche efficaci per aumentare vistosamente il “grado autarchico” dell’edificio. Si rinuncia alle grandi luci di circa 10 metri della maglia strutturale per adottare il ritmo alternato “abab” per evitare che le luci superino i 6 metri.
“Ma la vera trovata … su cui il gruppo insiste … viene dallo sviluppo della soluzione del pilastro binato. La scomposizione di ciascuno dei pilastri in due elementi …. viene adesso portata avanti arrivando ad ipotizzare due pilastri di materiali diversi, staccati: un monolite di granito…. e, distanziato di appena 10 centimetri, un pilastrino di cemento poco armato… Si tratta … di una strategica combinazione tra sistema architravato e sistema intelaiato”.
(S.Poretti – T.Iori, opera citata).
Ciò che manca alla proposta di Cattaneo, Lingeri e Terragni è l’intento di celebrare in modo grandioso il legame tra fascismo e romanità:
il nuovo stile littorio imposto dal regime si scontra inevitabilmente con l’ennesima proposta per una moderna architettura di Stato determinando l’insuccesso del gruppo comasco.