L’ARCHITETTURA FASCISTA
L’espressione “architettura fascista” sta ad indicare quel movimento architettonico sviluppatosi in Italia con l’ascesa del fascismo e parallelamente alla nascita del razionalismo in Germania, da cui fu fortemente influenzato. Questo nuovo stile, che si distaccava dal passato riprendendo solo alcuni elementi di carattere classico, doveva rispecchiare la grandezza del regime.
L’espressione “architettura fascista” sta ad indicare quel movimento architettonico sviluppatosi in Italia con l’ascesa del fascismo e parallelamente alla nascita del razionalismo in Germania, da cui fu fortemente influenzato. Questo nuovo stile, che si distaccava dal passato riprendendo solo alcuni elementi di carattere classico, doveva rispecchiare la grandezza del regime.
L’architettura fascista può essere divisa in 2 fasi:
•RAZIONALISTA
Era usata a scopo propagandistico del regime che nel 1919 muoveva i primi passi ed era bisognoso di consensi: gli edifici erano freddi, statici senza decorazioni perché il fascismo doveva essere portatore di solidità, ordine e rigore. Il suo migliore esponente fu l’architetto Giuseppe Terragni.
•MONUMENTALISTA
Mirava alla costruzione di edifici spettacolari che dovevano stupire per la loro grandezza e monumentalità appunto, attribuitagli soprattutto grazie al largo impiego di marmo. Il maggior architetto fu Marcello Piacentini. Questa nuova scuola intendeva abolire totalmente ogni sorta di legame col passato, recuperando però alcuni elementi classici e rendendoli in chiave nazionalistica. Il regime fascista diede il via alla progettazione di intere aree urbane, alla costruzione di edifici e nuove città come Littoria ( l’attuale Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia. Gli edifici eretti in quegli anni avevano un’immagine gelida e cupa seppur grandiosa, grazie all’utilizzo di facciate con lastre piane, alla ripetizione di forme geometriche come il cubo e il cilindro, al contrasto dei bianchi e dei neri e all’assenza di decorazioni. Lo scopo principale dell’architettura era quello di incanalare il gusto popolare in un’estetica che fosse lo specchio fedele del regime fascista, quello di “ smuovere le masse”.
•RAZIONALISTA
Era usata a scopo propagandistico del regime che nel 1919 muoveva i primi passi ed era bisognoso di consensi: gli edifici erano freddi, statici senza decorazioni perché il fascismo doveva essere portatore di solidità, ordine e rigore. Il suo migliore esponente fu l’architetto Giuseppe Terragni.
•MONUMENTALISTA
Mirava alla costruzione di edifici spettacolari che dovevano stupire per la loro grandezza e monumentalità appunto, attribuitagli soprattutto grazie al largo impiego di marmo. Il maggior architetto fu Marcello Piacentini. Questa nuova scuola intendeva abolire totalmente ogni sorta di legame col passato, recuperando però alcuni elementi classici e rendendoli in chiave nazionalistica. Il regime fascista diede il via alla progettazione di intere aree urbane, alla costruzione di edifici e nuove città come Littoria ( l’attuale Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia. Gli edifici eretti in quegli anni avevano un’immagine gelida e cupa seppur grandiosa, grazie all’utilizzo di facciate con lastre piane, alla ripetizione di forme geometriche come il cubo e il cilindro, al contrasto dei bianchi e dei neri e all’assenza di decorazioni. Lo scopo principale dell’architettura era quello di incanalare il gusto popolare in un’estetica che fosse lo specchio fedele del regime fascista, quello di “ smuovere le masse”.