ROMA:EUR42
Del progetto di una grande esposizione da tenersi a Roma si iniziò a parlare già dalla metà del 1935, anno XIII dell’era fascista, e l’idea
iniziale va attribuita a Bottai, governatore di Roma, che propose a Benito Mussolini di presentare la candidatura dell’Italia e di Roma
per l’Esposizione Universale che si sarebbe dovuta tenere nel 1942 a celebrazione del ventennale della Marcia su Roma. Doveva
essere uno degli eventi più spettacolari del XX secolo, per l’ubicazione si scelse una zona di 400 ettari di terreno 6 km a sud della capitale, edificata sulla strada che dalle terme di Caracalla partendo da Piazza Venezia porta verso Ostia e il mare, la cosiddetta via Imperiale, oggi via Cristoforo Colombo, una sorta di collegamento tra una “nuova Roma” (l’esposizione) e quella storica. Si iniziò così la
costruzione di quello che oggi è chiamato quartiere Europeo, di carattere razionalista e monumentale, conosciuto e studiato in tutto
il mondo, definito come la città bianca. Doveva essere costituito da architetture maestose, imponenti e squadrate costruite principalmente in marmo bianco e travertino per ricordare i templi e gli edifici della Roma Imperiale di cui l’Italia fascista si sentiva erede, portatrice del mito dell’impero proiettato nel futuro, tutta l’intera struttura infatti mirava a celebrare la grandezza e la potenza dell’impero del duce. Il titolo della manifestazione deciso era “Olimpiadi della civiltà: ieri, oggi, domani” e come simbolo dell’evento venne scelto l’aureo di Adriano ripetuto nel sesterzio Antonino Pio dove per la prima volta compare la dicitura ROMA AETERNA.
•PROGETTO URBANISTICO:
Nel disegno originario fascista l’EUR era vista come una città di nuova fondazione basata sul disegno urbanistico del castro e del decumano,
l’area risulta così essere suddivisa in isolati quadrangolari secondo l’operazione che nell’antichità veniva chiamata centuriazione;
tra gli architetti e urbanisti chiamati dal regime fascista a progettare il nuovo quartiere figurano Piacentini, Pagano, Piccinato, Vietti
e Rossi, tra questi si apre un vivace dibattito sullo stile architettonico da adottare, alla fine prevale l’ordinamento di Marcello Piacentini
a cui viene affinato il ruolo di coordinatore tecnico dell’intera opera. A completare il codice stilistico monumentale contribuisce poi
sin dall’inizio la progettazione di enormi spazi verdi: zone boschive e giardini. L’idea maturata da Marcello Piacentini è quella di realizzare
un architettura senza tempo dall’impianto urbanistico a forma di pentagono. Il Palazzo della Civiltà Italiana costituiva l’ingresso
all’ Esposizione, all’estremo opposto a chiudere la strada che parte dal Colosseo quadrato si trova il Palazzo dei Congressi progettato
da Adalberto Libera, un opera estremamente innovativa con enorme terrazza sul tetto che l’architetto trasforma in uno straordinario
teatro all’aperto. La costruzione di quest’imponente città si interrompe bruscamente quando nel 1940 l’Italia entra in guerra e
l’esposizione universale del 1942 viene cancellata, lasciano il quartiere in uno stato di completo abbandono.
Tra i monumenti più importanti vi sono:
- Il Palazzo della Civiltà Italiana
- Il palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi
- La Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, ex Mausoleo di Mussolini
•L’EUR NEGLI ANNI SUCCESSIVI LA GUERRA
E’ sopravvissuto al Dopoguerra quando si voleva cancellare ogni traccia del fascismo, per molti anni è stato abbandonato, quasi
dimenticato poi negli anni ’60 è nato l’interesse verso questo quartiere anomalo, fu rivalutato anche da registi cinematografici come
Federico Fellini che videro in esso uno spazio urbano dalle straordinarie potenzialità scenografiche.
Del progetto di una grande esposizione da tenersi a Roma si iniziò a parlare già dalla metà del 1935, anno XIII dell’era fascista, e l’idea
iniziale va attribuita a Bottai, governatore di Roma, che propose a Benito Mussolini di presentare la candidatura dell’Italia e di Roma
per l’Esposizione Universale che si sarebbe dovuta tenere nel 1942 a celebrazione del ventennale della Marcia su Roma. Doveva
essere uno degli eventi più spettacolari del XX secolo, per l’ubicazione si scelse una zona di 400 ettari di terreno 6 km a sud della capitale, edificata sulla strada che dalle terme di Caracalla partendo da Piazza Venezia porta verso Ostia e il mare, la cosiddetta via Imperiale, oggi via Cristoforo Colombo, una sorta di collegamento tra una “nuova Roma” (l’esposizione) e quella storica. Si iniziò così la
costruzione di quello che oggi è chiamato quartiere Europeo, di carattere razionalista e monumentale, conosciuto e studiato in tutto
il mondo, definito come la città bianca. Doveva essere costituito da architetture maestose, imponenti e squadrate costruite principalmente in marmo bianco e travertino per ricordare i templi e gli edifici della Roma Imperiale di cui l’Italia fascista si sentiva erede, portatrice del mito dell’impero proiettato nel futuro, tutta l’intera struttura infatti mirava a celebrare la grandezza e la potenza dell’impero del duce. Il titolo della manifestazione deciso era “Olimpiadi della civiltà: ieri, oggi, domani” e come simbolo dell’evento venne scelto l’aureo di Adriano ripetuto nel sesterzio Antonino Pio dove per la prima volta compare la dicitura ROMA AETERNA.
•PROGETTO URBANISTICO:
Nel disegno originario fascista l’EUR era vista come una città di nuova fondazione basata sul disegno urbanistico del castro e del decumano,
l’area risulta così essere suddivisa in isolati quadrangolari secondo l’operazione che nell’antichità veniva chiamata centuriazione;
tra gli architetti e urbanisti chiamati dal regime fascista a progettare il nuovo quartiere figurano Piacentini, Pagano, Piccinato, Vietti
e Rossi, tra questi si apre un vivace dibattito sullo stile architettonico da adottare, alla fine prevale l’ordinamento di Marcello Piacentini
a cui viene affinato il ruolo di coordinatore tecnico dell’intera opera. A completare il codice stilistico monumentale contribuisce poi
sin dall’inizio la progettazione di enormi spazi verdi: zone boschive e giardini. L’idea maturata da Marcello Piacentini è quella di realizzare
un architettura senza tempo dall’impianto urbanistico a forma di pentagono. Il Palazzo della Civiltà Italiana costituiva l’ingresso
all’ Esposizione, all’estremo opposto a chiudere la strada che parte dal Colosseo quadrato si trova il Palazzo dei Congressi progettato
da Adalberto Libera, un opera estremamente innovativa con enorme terrazza sul tetto che l’architetto trasforma in uno straordinario
teatro all’aperto. La costruzione di quest’imponente città si interrompe bruscamente quando nel 1940 l’Italia entra in guerra e
l’esposizione universale del 1942 viene cancellata, lasciano il quartiere in uno stato di completo abbandono.
Tra i monumenti più importanti vi sono:
- Il Palazzo della Civiltà Italiana
- Il palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi
- La Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, ex Mausoleo di Mussolini
•L’EUR NEGLI ANNI SUCCESSIVI LA GUERRA
E’ sopravvissuto al Dopoguerra quando si voleva cancellare ogni traccia del fascismo, per molti anni è stato abbandonato, quasi
dimenticato poi negli anni ’60 è nato l’interesse verso questo quartiere anomalo, fu rivalutato anche da registi cinematografici come
Federico Fellini che videro in esso uno spazio urbano dalle straordinarie potenzialità scenografiche.