L’ascesa al potere di Mussolini
L’ascesa del fascismo avvenne, per quanto assurdo, nella legalità dello Stato. Nel maggio del1921 infatti,mancando un solido sistema parlamentare di maggioranza di governo, Giolitti indisse nuove elezioni e si convinse di poter allargare la base elettorale offrendo nelle sue liste ospitalità ai fascisti che, nel novembre del 1921, si costituirono nel Partito nazionale fascista; ne entrarono in parlamento 35, tra cui Mussolini. A quest’ultimo non bastò un ruolo così marginale e l’anno successivo decise di tentare la prova di forza, il 28 ottobre del 1922 le squadre fasciste marciarono su Roma in armi, all’irruenza fascista non vi fu sostanzialmente alcuna opposizione, Mussolini aveva vinto, solamente due giorni dopo Vittorio Emanuele III, rifiutandosi di firmare lo stato d’assedio, lo incaricò di formare un nuovo governo. Iniziò così il processo di normalizzazione del fascismo a cui seguirà l’istaurazione in Italia del totalitarismo imperfetto mussoliniano conseguentemente all’emanazione delle leggi fascistissime nel 1926 con cui il duce attuò una vera e propria svolta autoritaria.
L’ascesa del fascismo avvenne, per quanto assurdo, nella legalità dello Stato. Nel maggio del1921 infatti,mancando un solido sistema parlamentare di maggioranza di governo, Giolitti indisse nuove elezioni e si convinse di poter allargare la base elettorale offrendo nelle sue liste ospitalità ai fascisti che, nel novembre del 1921, si costituirono nel Partito nazionale fascista; ne entrarono in parlamento 35, tra cui Mussolini. A quest’ultimo non bastò un ruolo così marginale e l’anno successivo decise di tentare la prova di forza, il 28 ottobre del 1922 le squadre fasciste marciarono su Roma in armi, all’irruenza fascista non vi fu sostanzialmente alcuna opposizione, Mussolini aveva vinto, solamente due giorni dopo Vittorio Emanuele III, rifiutandosi di firmare lo stato d’assedio, lo incaricò di formare un nuovo governo. Iniziò così il processo di normalizzazione del fascismo a cui seguirà l’istaurazione in Italia del totalitarismo imperfetto mussoliniano conseguentemente all’emanazione delle leggi fascistissime nel 1926 con cui il duce attuò una vera e propria svolta autoritaria.
La ricerca del consenso in Italia
Con l’istaurarsi del regime dittatoriale crebbe di pari passo l’azione propagandistica, volta ad esaltare il nuovo impero, erede di quello della grande Roma, e a sottolinearne la grandezza. Mussolini cercava in questo momento una forte adesione popolare al fascismo, esaltato e acclamato come migliore forma di governo possibile, simbolo di forza e potenza. La gloria dello Stato fascista e la continuità del suo fasto fu dovuta infatti anche alla grande capacità comunicativa della propaganda mussoliniana, attraverso la quale fu stabilito un controllo totale sull'informazione e sulla cultura che sfruttò un complesso sistema basato su metodi di manipolazione del pensiero e su l’ indottrinamento delle masse. In questi anni avvenne un progressivo annullamento della volontà individuale per l'esaltazione assoluta del capo, della nazione e dell’ideologia fascista. Questo spirito era ben percepibile dalle parole di Mussolini che recitavano:
“Bisogna fascistizzare la nazione: italiano e fascista devono essere la stessa cosa”
“Penetrare in ogni casa, introdurre il parlare fascista ovunque"
Con quest’ultima affermazione si può capire quanto il fascismo dovesse venire interiorizzato dalla popolazione e influenzare ogni momento della vita quotidiana, ecco che, con lo strumento della propaganda, il regime cercava di diffondere usi e costumi nuovi, tentando di veicolare immagini e simboli che rappresentassero la forza e la potenza del cittadino italiano fascista e dell’Italia stessa.
Con l’istaurarsi del regime dittatoriale crebbe di pari passo l’azione propagandistica, volta ad esaltare il nuovo impero, erede di quello della grande Roma, e a sottolinearne la grandezza. Mussolini cercava in questo momento una forte adesione popolare al fascismo, esaltato e acclamato come migliore forma di governo possibile, simbolo di forza e potenza. La gloria dello Stato fascista e la continuità del suo fasto fu dovuta infatti anche alla grande capacità comunicativa della propaganda mussoliniana, attraverso la quale fu stabilito un controllo totale sull'informazione e sulla cultura che sfruttò un complesso sistema basato su metodi di manipolazione del pensiero e su l’ indottrinamento delle masse. In questi anni avvenne un progressivo annullamento della volontà individuale per l'esaltazione assoluta del capo, della nazione e dell’ideologia fascista. Questo spirito era ben percepibile dalle parole di Mussolini che recitavano:
“Bisogna fascistizzare la nazione: italiano e fascista devono essere la stessa cosa”
“Penetrare in ogni casa, introdurre il parlare fascista ovunque"
Con quest’ultima affermazione si può capire quanto il fascismo dovesse venire interiorizzato dalla popolazione e influenzare ogni momento della vita quotidiana, ecco che, con lo strumento della propaganda, il regime cercava di diffondere usi e costumi nuovi, tentando di veicolare immagini e simboli che rappresentassero la forza e la potenza del cittadino italiano fascista e dell’Italia stessa.